Commentario abbreviato:1Giovanni 5:9Versetti 9-12 Non c'è nulla di più assurdo del comportamento di coloro che dubitano della verità del cristianesimo, mentre negli affari comuni della vita non esitano a procedere sulla base della testimonianza umana e riterrebbero fuori di senno chiunque si rifiutasse di farlo. Il vero cristiano ha visto la sua colpa e la sua miseria, e il suo bisogno di un tale Salvatore. Ha visto l'adeguatezza di tale Salvatore a tutte le sue esigenze e circostanze spirituali. Ha trovato e sentito la potenza della parola e della dottrina di Cristo, che umilia, guarisce, vivifica e conforta la sua anima. Ha una nuova disposizione e nuovi piaceri e non è più l'uomo di prima. Tuttavia, si trova ancora in conflitto con se stesso, con il peccato, con la carne, con il mondo e con le potenze malvagie. Ma trova una tale forza dalla fede in Cristo, che può vincere il mondo e andare verso il meglio. Il credente del Vangelo ha una tale sicurezza: ha una testimonianza in se stesso, che mette la questione fuori discussione per lui, eccetto nelle ore di oscurità o di conflitto; ma non può essere messo in discussione per quanto riguarda la sua fede nelle principali verità del Vangelo. Ecco cosa rende il peccato del miscredente così terribile: il peccato di incredulità. Egli dà a Dio la menzogna, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato di suo Figlio. È vano per un uomo sostenere di credere alla testimonianza di Dio in altre cose, mentre la rifiuta in questa. Chi rifiuta di fidarsi e di onorare Cristo come Figlio di Dio, chi disdegna di sottomettersi al suo insegnamento come Profeta, di affidarsi alla sua espiazione e alla sua intercessione come Sommo Sacerdote, o di obbedirgli come Re, è morto nel peccato, sotto condanna; né gli varranno la morale esteriore, l'apprendimento, le forme, le nozioni o le confidenze. Riferimenti incrociati:1Giovanni 5:91G 5:10; Giov 3:32,33; 5:31-36,39; 8:17-19; 10:38; At 5:32; 17:31; Eb 2:4; 6:18 Dimensione testo: |